Perché non riusciamo a stare a dieta e come fare allora per dimagrire?

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Alimentazione Dimagrire


Perché non riusciamo a stare a dieta e come fare allora per dimagrire?

Come dimagrire senza dieta e perché sgarrare fa bene secondo Journal of Consumer Psychology. A cura di Spazio SoloSalute® centro benessere Milano

Se non riesci a dimagrire con la dieta, forse è il momento di provarci senza dieta. Lo sostiene uno studio scientifico su come dimagrire pubblicato da Consumer PSychology, che spiega l'importanza di sgarrare. Segui gli articoli con studi scientifici sull'argomento di Spazio SoloSalute®, il tuo centro benessere in centro a Milano per consulenze Naturopatia, Nutrizione, massaggi, bellezza naturale, prodotti naturali.

La psicologia della dieta: perché soffriamo nel fare qualcosa che ci fa bene?

Iniziamo una dieta felici ed entusiaste e puntualmente, dopo un po', ci lasciamo andare. Seguire un regime alimentare è faticoso, infatti le restrizioni delle diete fanno vivere alla nostra mente e al nostro corpo uno stress.

Quando non diventa un’ossessione, perdere peso fa bene all’organismo, ma nonostante siamo consapevoli di questo, quando facciamo la dieta, soffriamo. Rinunciare agli eccessi gastronomici casalinghi, e vedere, ad esempio, una bella torta di cioccolato, ci fa star male. Perché soffriamo nel fare qualcosa che ci fa bene? Forse la risposta sta tutta in queste due parole: dieta dimagrante.

Le fasi della dieta

La dottoressa Graziana De Palma, psicologa e psicoterapeuta, responsabile del Centro Psiconutrizione, specializzata nelle dipendenze psicologiche, afferma che è facile fallire quando si intraprende una dieta e quando questo accade nella memoria rimane il ricordo di una sofferenza. Seguendo lo stesso schema delle fasi dell’elaborazione del lutto inventato dalla dottoressa Elisabeth Kübler-Ross, anche la dieta ci porta a vivere tanti stati psichici diversi: “Quando iniziamo, viviamo un grande entusiasmo perché ci si dà un obiettivo (spesso non realistico), che ci fa pensare che si riuscirà a raggiungere un dato peso in un dato tempo. Quindi si comincia subito in modo schematico, rigido. Si pesa tutto al grammo, per non sbagliare. Si fa attività sportiva tutti i giorni, cercando di sudare tantissimo”.

Se l’obiettivo non è realistico è facile sbagliare, così ci si sente castrati, soffocati, affaticati. Nella dieta dimagrante si ripongono tante speranze e quando non si raggiunge l’obiettivo ci si sente delusi e pian piano si lasciano andare tutte le restrizioni tornando ai vecchi meccanismi. Il motivo è proprio la castrazione: quando molliamo la dieta, ci sembra di tornare liberi, ma è solo un circolo vizioso che ci porta a riprendere i chili perduti.

L’angoscia della rinuncia al cibo

Quando siamo a dieta, anche pesare la pasta sembra una tortura, ma perché viviamo questa angoscia? La dottoressa ritiene che l’alimentazione non sia solo nutrimento ma anche un piacere, una gratificazione sia nei momenti di stress psicologico, sia nello stare con gli altri. Un altro paradosso umano è che, non solo ci rifiutiamo di fare ciò che ci fa stare bene, ma addirittura siamo attratti dai cibi che ci fanno più male. Gran parte di questo comportamento deriva dal fatto che siamo in grado di evitare i pericoli imminenti ma non quelle che ci uccidono lentamente. Non è solo colpa nostra ma anche dei media: “la nostra mente corre dietro al colore, alle pubblicità accattivanti. Questo fa mancare la riflessione sul cosa può essere più buono e più sano. Prendo quello che più mi cattura a livello visivo e alle sensazioni che mi trasmette”.

Mangiamo perché siamo annoiati, l’assenza di altre fonti di piacere ci porta a cercare gratificazione dal cibo. Se viene a mancare anche quello, la sensazione sarà quella di aver perso un piacere importante, anche se solo a livello inconscio, in questo modo corpo e mente vivranno uno stress. Ecco perché stare a dieta è così faticoso.

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Stare a dieta senza stare a dieta

Oggi non bisognerebbe approcciarsi più al concetto di dieta dimagrante restrittiva, ma a quello di un’alimentazione sana quotidiana, che ci faccia lavorare su comportamenti che partono dalla psiche e che ci portino a vivere il piacere del palato in maniera equilibrata. Non dovremmo pensare tanto alle restrizioni, ma a come aggiungere tutto ciò che è sano attraverso comportamenti nuovi, che ci possono rendere più equilibrati e sereni”. Un altro dei problemi delle diete tradizionali sono i menu ripetitivi, abituati come siamo ad una grande varietà di sapori, diventa difficile gustare la materia prima così com’è. Ma non è detto che la dieta debba essere piatta e priva di piaceri per il palato, infatti secondo l’esperta i nutrizionisti e gli chef hanno una possibilità: “entrambi dovrebbero imparare a elaborare ricette che esaltino la materia prima senza troppi condimenti dannosi”.

Questo potrebbe risolvere anche un altro problema; spesso ci chiudiamo in casa perché non possiamo eccedere e magari ci vergogniamo a mangiare un primo di verdure. Questo comportamento restrittivo ci provoca sofferenza, dovremmo invece sentirci liberi di mangiare fuori con gli amici mangiando comunque in maniera sana e se cediamo a qualche eccesso possiamo pensare di fare una camminata più lunga, all’aria aperta, più tardi. L’importante è mantenere l’impegno con noi stessi e riequilibrare lo sgarro con un po’ di attività sportiva in più.

L’ingrediente segreto per fare la dieta

La dieta dimagrante è uno stress, per questo dovremmo orientarci più su un’alimentazione sana ed equilibrata, ovvero la Dieta Mediterranea, Patrimonio immateriale dell’Umanità secondo l’Unesco. È ormai dimostrato che si tratta di un regime nutritivo equilibrato, tra legumi, carne, pesce e carboidrati.

Ma il vero ingrediente segreto è dentro la nostra testa: “Dobbiamo riuscire a vivere un maggiore contatto con i nostri stati d’animo. Quando non siamo pronti, quando i nostri stati d’animo sono su altro, quando c’è dolore e frustrazione, dobbiamo essere affettuosi con noi stessi, coccolarci, anche con il cibo. Non fa bene avere schemi rigidi, ma bisogna cercare l’equilibrio”. Infine, il problema non è soltanto il cibo, o qualche grammo di pasta in più, nella nostra vita ci sono anche altre cose legate a quello che facciamo e come viviamo.

 

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STUDI SCIENTIFICI

The benefits of behaving badly on occasion: Successful regulation by planned hedonic deviations - Journal of Consumer Psychology (Rita Coelho do Valea, Rik Pieters, Marcel Zeelenberg)

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