Occhi stanchi e sindrome dell'occhio secco: una causa subdola e come eliminarla

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Occhi stanchi e sindrome dell'occhio secco: una causa subdola e come eliminarla

Rimedi naturali sindrome occhio secco e occhi stanchi da smart working - Harvard Medical School. A cura di Spazio SoloSalute® centro benessere Milano

Tra i rischi più subdoli dello smart working ci sono la sindrome occhio secco e più in generale gli occhi stanchi. Secondo uno studio di Harvard, sono causati da troppe ore davanti allo schermo. Segui gli articoli con studi scientifici sull'argomento di Spazio SoloSalute®, il tuo centro benessere in centro a Milano per consulenze Naturopatia, Nutrizione, massaggi, bellezza naturale, prodotti naturali.

Luce blu e sindrome dell'occhio secco: quali sono gli effetti come prendersi cura della vista

Tra le problematiche collaterali del coronavirus ci sono quelli relativi ai nostri occhi. Perché? Scopritelo in questo approfondimento.

  1. Luce blu e lockdown

Negli ultimi tre mesi, gran parte della popolazione è stata costretta a restare chiusa in casa e continuare da qui i propri studi o impegni lavorativi (smartworking); per qualcuno questa condizione si è prolungata nonostante l’allentamento delle restrizioni poiché molte aziende hanno deciso di continuare, momentaneamente, con questa modalità di lavoro.  Per quanto riguarda gli studenti, questi hanno dovuto continuare le lezioni dalla propria abitazione e quindi tramite pc.

l’UNESCO rileva che gli studenti costretti a stare a casa a causa del Covid-19 sono oltre 1 miliardo in tutto il mondo ed una vasta percentuale di questi alunni ha seguito le lezioni a distanza via web. Secondo una recente ricerca condotta e diffusa da Common Sense Media i bambini tra i 9 e i 12 anni passavano già 4 ore al giorno davanti a schermi e computer, con un picco tra i più grandi (tra i 13 e i 18 anni), pari a 7 ore al giorno trascorse davanti a dispositivi, escluso il tempo dedicato a scopi scolastici.

  1. 1 Luce blu: aumento dell’esposizione e stress degli occhi

A causa del lockdown, il tempo di esposizione agli schermi si è moltiplicato esponenzialmente e di conseguenza anche le problematiche legate allo stress degli occhi. Se la pelle, non solo del viso ma soprattutto quella delle mani, ha risentito delle poche ore trascorse all’aria aperta, gli occhi hanno sofferto forse ancora di più. In che termini?

Si sente parlare spesso di luce blu degli schermi e dei suoi effetti nocivi, a volte associando anche sintomi come occhi stanchi a fine giornata, secchezza oculare o arrossamento. Questi effetti nocivi non sono ancora stati del tutto provati dalla comunità scientifica, ma è bene non sottovalutarli. Abbiamo provato ad approfondirli con l’aiuto di molti esperti del settore. 

  1. 2  Luce blu: le cose da sapere

Zeiss, leader mondiale nel settore dell’ottica e dell’optometria, ha reso pubblico un elenco delle cose da sapere sulla luce blu, per aiutare le persone a capire meglio di cosa si tratta e come proteggersi se necessario. Esistono due tipologie di luce blu: quella naturale del sole e quella artificiale emessa da lampade a LED, luci a risparmio energetico e display di smartphone e computer. La luce blu che proviene da sorgenti luminose artificiali o da schermi può essere irritante o causare affaticamento agli occhi, e in molti casi, causare disturbi del sonno, in particolare l’esposizione serale può interferire con il riposo notturno.

Non è necessario eliminarla completamente, anzi potrebbe essere addirittura controproducente, in quanto è fondamentale per una visione dei colori normale, ricca e con contrasto. In più, il tempo passato all’aperto in una normale giornata nuvolosa espone i nostri occhi alla luce blu 30 volte in più rispetto al tempo trascorso in ambienti chiusi davanti a uno schermo. Può influire anche sul benessere psicologico, infatti la fototerapia viene utilizzata con successo per trattare la depressione invernale e l’insonnia.

 

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2. Malattia dell’occhio secco: in cosa consiste?

Il Professor Stefano Barabino, responsabile del Centro Superficie Oculare e Occhio Secco dell’Ospedale L. Sacco di Milano: “L’esposizione prolungata a schermi digitali determina una più rapida evaporazione del film lacrimale (sottile strato di acqua e lipidi), quel sottile strato di liquido che riveste la superficie oculare”.

La causa è lo scarso o incompleto ‘ammiccamento’ (blink’ in inglese): quando siamo davanti agli schermi gli occhi vengono strizzati meno di frequente portando ad una riduzione della diffusione del film lacrimale sulla superficie dell’occhio; ciò provoca affaticamento, bruciore, irritazione, dolore, problematiche che se prolungate possono diventare croniche. Studi hanno dimostrato che la visione di fronte a schermi digitali determina una diminuzione del rateo di ammiccamento del 40%.

 2. I giovani e la luce blu artificiali

Il professor Barabino, riferendosi ai giovani, afferma che se prima l’esposizione alla luce blu artificiale derivava soltanto dalla televisione, oggi questi hanno a disposizione anche gli smartphone con un accesso continuo a video e social media. Questo comporta un’enorme quantità di visione da vicino e quindi stanchezza oculare e disturbi della vista di varia entità, che possono avere un impatto sullo sviluppo fisico, sociale ed emotivo.

 

«La malattia dell’occhio secco è sempre più un disturbo che osserviamo nella popolazione dei giovanissimi e non è più appannaggio solo della popolazione anziana o delle donne nel periodo che segue la menopausa», aggiunge Amy Gallant Sullivan, Executive Director TFOS, ovvero la Tear Film & Ocular Surface Society, fondazione senza scopo di lucro, con sede a Boston, e leader mondiale nell’educazione alla salute degli occhi. 

  1. La regola 20/20/20 della TFOS

Spesso la malattia dell’occhio secco è stata considerata un disturbo lieve e passeggero, una patologia di “serie B”, portando i pazienti a cercare rimedi il cui beneficio era solo quello di alleviare i sintomi. Esperti dell’occhio secco di fama internazionale della TFOS raccomandano di seguire la regola 20/20/20: ogni 20 minuti di visione da vicino fissate un punto lontano 20 piedi (6.096 metri) per almeno 20 secondi e ogni 20 minuti chiudete le palpebre e poi strizzatele leggermente per 2 secondi, ammiccando.

Questa semplice azione ripristina il film lacrimale, riattiva la vista a distanza e riposa gli occhi. “Prendersi delle pause frequenti e il tempo di sistemare la propria postazione lavorativa tenendo a mente la propria salute visiva è essenziale di questi tempi”, conclude il professor Barabino.

 

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