Ruxolitinib contro coronavirus: trovato il farmaco che neutralizzerà l'epidemia?
Scritto da Pubblicato il
Ruxolitinib contro coronavirus: trovato il farmaco che neutralizzerà l'epidemia?
Due compresse al giorno, per 15 giorni, potrebbero, forse, evitare la terapia intensiva.
Una nuova speranza per i malati di Covid-19, arriva dall'ospedale di Livorno in cui da qualche giorno è sperimentato un farmaco che potrebbe essere un degno antagonista del coronavirus.
L'equipe guidata da Enrico Capochiani, direttore di ematologia dell'Asl Toscana Nord Ovest che, insieme all'infettivologo Spartaco Sani e dopo aver sentito il parere dell'Università di Pisa e il Cnr, ha somministrato il medicinale ad alcuni malati di coronavirus.
I casi sono ancora molto esigui. Si chiama ruxolitinib e finora sta dando ottimi risultati. E' stato sperimentato solo su 8 pazienti affetti da difficoltà respiratorie, non ancora in ventilazione assistita. Il miglioramento è stato netto ed è stato possibile evitare l'intubazione.
Novartis produce il ruxolitinib e generalmente viene usato per le malattie del sangue e contro i tumori. Ora, con il consenso dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) può essere utilizzato anche contro il Covid-19, in modalità off label, cioè fuori indicazione.
Sembra che il farmaco "prima di esercitare un'azione di controllo, ha una forte azione antinfiammatoria": "Ci è sembrato un ottimo candidato", ha spiegato Enrico Capochiani, in un'intervista a Repubblica.
La terapia, che potrebbe rivelarsi un'arma in più per sconfiggere il virus, è rivolta ai pazienti di tutte le età: "I pazienti sui quali abbiamo avviato il trattamento hanno tra i 28 e i 72 anni", ha riferito Capochiani.
Il farmaco è riuscito a bloccare il processo di degenerazione, portando condizioni cliniche positive.
"Già dopo tre giorni dalla somministrazione abbiamo cominciato a vedere i primi risultati - aggiunge l'ematologo-Il trattamento sta funzionando e i pazienti si sentono meglio. Chi aveva bisogno di ossigeno ora è in grado di respirare in completa autonomia, chi aveva la febbre alta l'ha vista scendere vertiginosamente, chi aveva qualche linea non ce l'ha più". Inoltre, il fatto che bastino pochi dosaggi, "fa ben sperare anche sul fatto che possa essere messo a disposizione di tutti coloro che potrebbero averne bisogno".
Il tempo va gestito con intelligenza: è necessario bilanciare la necessità di restituire analisi precise e rigorose con il trovare soluzioni tempestive".
Capochiani sottolinea: "Questa malattia non la vinceremo con un unico strumento terapeutico. In attesa del vaccino è quindi importante combatterla sia con farmaci antivirali, sia con farmaci come questo che possano impedirne l'evoluzione critica".